Traindeville e Il Cavaliere delle Nuvole

I Traindeville – Ludovica Valori e Paolo Camerini – continuano nella ricerca di una canzone che riesca a tenere in tensione l’aspetto popolare e la profondità del sentire. Il brano “Il Cavaliere delle Nuvole”, è accompagnato da un video ricco di citazioni ed evocazioni; narra, su testo della «giornalista Annalisa Venditti, autrice del libro “Il Cavaliere delle Rose e delle Nuvole” (Edilazio, 2011), la vicenda del celebre meteorologo tv Andrea Baroni, internato militare nei lager nazisti di Ucraina, Polonia e Germania dopo l’8 settembre 1943».
Per chi ha più di quarant’anni la memoria ha impresso il volto e la voce di Andrea Baroni, che sulla Rai – “Che tempo fa” – annunciava le previsioni meteorologiche. E lui, di tempeste, nella sua vita ne ha attraversate e forse, quelle atmosferiche, non erano le peggiori.
La canzone inizia con una descrizione delle nuvole: «Nuvole che piangono, nuvole che aspettano, nuvole che sanno qual è la verità…». Sono le stesse, ma anche diverse, delle nuvole descritte da Fabrizio De Andrè: «Vanno, vengono, per una vera mille sono finte e si mettono li tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia
».

Come ormai ci hanno abituati i Traindeville, il viaggio continua ad essere un elemento costante, così lo è anche per tutto il video, in cui un treno passa lungo le rotaie tra paesaggi e luoghi della memoria. Sfilano immagini tratte dalla “Casa della Memoria”, dal “Roseto comunale” (l’antico “Orto degli Ebrei”) fino al “Belvedere della Memoria” di Roma, in cui il 5 giugno 1944 perse la vita il dodicenne Ugo Forno, ultimo martire della Resistenza romana. Allora la preoccupazione, o almeno l’attenzione, si rivolge verso il quotidiano, in cui si vede come «I pensieri si piegano, perdono continuità, ma i giovani non piangono nei barattoli sporchi di questa guerra senza dignità».

La canzone recupera i viaggi indietro nella memoria, attraverso luoghi e foto in cui Andrea Baroni è stato internato, ma si proietta verso il futuro, perché custodire la memoria è proteggere la libertà… Forse un’altra citazione di De Andrè da “Amico Fragile”: «Potevo chiedervi come si chiama il vostro cane, il mio è un po’ di tempo che si chiama Libero», mentre il video inquadra un cane bianco, simile a quello che aveva il cantautore genovese, sempre lasciato senza guinzaglio…è un cane che si ferma, si fa accarezzare un momento da Ludovica e poi riprende il suo cammino. La libertà è fragile come una carezza, vive solo se non ha il guinzaglio, il colore che più le si addice è il bianco, forse perché è il colore su cui rimane impresso il colore del sangue delle persone che hanno lottato per questo sogno…suggestioni simboliche… non saprei…


Un altro filo rosso che attraversa il video sono le sbarre, che ricordano e riprendono le grate della prigionia di Andrea Baroni. Si vedono le staccionate che separano i binari della ferrovia, quelle che delimitano il Belvedere della Memoria di Roma, le grate arrugginite delle finestre, le porte protette dalla inferiate delle vie, i cancelli del roseto… confluiscono nella foto in bianco e nero in cui si vede il lager di Sandbostel, in Sassonia: «A Sandbostel furono internati anche tecnici, radiotecnici e chimici, che riuscirono a nascondere, riparare, e in alcuni casi realizzare radioricevitori di fortuna per poter seguire l’esito della guerra e informare gli sfortunati compagni di prigionia, costituendo l’ossatura di una straordinaria Resistenza alle continue angherie degli aguzzini. Grazie a quei ricevitori la speranza continuò a sorreggere l’animo dei prigionieri» (http://www.radio-caterina.org/il-lager-di-sandbostel/). La prigionia non impedisce di sognare, di desiderare la libertà, e come dice lo stesso Andrea Baroni: «Il dovere di ogni prigioniero è fuggire».


Le nuvole così divengono simbolo della libertà, perché prive di qualsiasi inferriata, volteggiano, «le nuvole sono là, e chi le fermerà, uno spazio indefinito tra mondo e realtà…».
Ancora una volta Ludovica Valori e Paolo Camerini compongono una canzone capace di riflettere sui diritti, su una pace che non è mai scontata e che deve essere continuamente visitata e protetta. I loro strumenti – il basso che traccia la strada perché Ludovica possa arrivare fino alle nuvole con la sua voce e la sua fisarmonica – ricordano come la canzone popolare continui ad essere intrisa del sangue di chi ha lottato per una libertà che diviene essa stessa luogo esistenziale di impegno e responsabilità.

Credits: Traindeville – Il Cavaliere delle Nuvole

La copertina del singolo è stata disegnata dal vignettista e illustratore Fabio Magnasciutti.

Credits
Registrato a Roma da Paolo Camerini – The Music Room
Batteria registrata a Roma – Dario Esposito Studio
Mixaggio e Masterizzazione: Eugenio Vatta, E45 studio, Roma

Ludovica Valori – voce, fisarmonica
Paolo Camerini – basso elettrico, percussioni, cori

Adriano Dragotta – violino
Stefania Placidi – chitarra
Dario Esposito – batteria

Il Videoclip
Regia di Paolo Camerini, Ludovica Valori, Annalisa Venditti
Riprese: Leonardo Cinieri Lombroso, Paolo Camerini, Annalisa Venditti, Ludovica Valori
Montaggio: Paolo Camerini


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